27 Set Cambiamento climatico…l’algoritmo ci salverà
Terzo sciopero per il Clima e la voglia di saperne di più.
Approfittiamo di un evento serale organizzato qualche sera fa dai Consigli di Quartiere ad Ovest della città in favore della cittadinanza.
Relatori un giovane medico e una giovane studentessa prossima alla laurea in filosofia.
Il loro sguardo è limpido e determinato , il tono pacato ma appassionato.
In platea un pubblico in maggioranza “over,” adulti che ascoltano con attenzione.
Volgendo lo sguardo tra gli uni e gli altri vediamo un ponte pieno di similitudini ma anche profonde differenze.
In platea coloro che negli anni 60/70 del secolo scorso erano in piazza per i diritti civili e una società più equa e senza guerre ; in cattedra una generazione che gode di diritti civili ma vive in una società meno equa, molto sprecona e iperconnessa.
I relatori scelgono conoscenza scientifica e pensiero filosofico per colpire dritto al cuore delle coscienze addormentate e intorpidite.
Queste le armi che il movimento si è dato per un obiettivo semplice: strapparci dal sonno, rompere il malefico incantesimo .
Dialogano con la politica, che fa loro l’occhiolino cercando di attirarli a sé, per rigenerarla ed elevarla, ma segnano anche confini, per ora invalicabili, questi ragazzi che rispondono con garbo. Il loro compito-sottolineano- è invitare le donne e gli uomini impegnati in politica a vari livelli ad ascoltare gli scienziati che hanno competenze specifiche e agire di conseguenza.
Suonare la sveglia, questo lo strumento e li’ convogliano tutta la loro energia.
Mentre la narrazione corre veloce, fluida e precisa ,qualche dubbio di fallimento, parziale, si affaccia alla mente degli “over” . Ascoltano la lunga lista di “j’accuse” che evidenziano ingiustizie e devastazioni e un punto di non ritorno, che è praticamente domani . In tensione come un elastico che si avvicina o si allontana a seconda delle scelte che facciamo e faremo.
Ci chiediamo se è questo a inquietare i giovani. La consapevolezza che è il fare e il non fare oggi a determinare il nostro domani.
Ci chiediamo anche se coloro che negano o minimizzano il cambiamento climatico tengono conto che il punto di non ritorno, ipotizzato anni fa e poi non verificatosi, può in parte essere dovuto a scelte politiche che di fatto hanno deviato la traiettoria e mutato il nostro comune destino umano.
Due tesi a confronto, quella emergenziale e quella negazionista, che sarebbe interessante approfondire in contemporanea sullo stesso palcoscenico. Ci piacerebbe molto.
Tornando all’ incontro la domanda rimane : Ce la faremo ?
Questa è la generazione per la quale la condivisione è istintiva.
Viaggiano veloci sulla banda larga , studiano, si informano , cercano il proprio orizzonte e condividono tutto , oggetti ed emozioni in tempo reale.
Quando chiediamo loro cosa pensano di alcune buone pratiche presenti sul territorio sono umili nel riconoscere di non essere preparati e sono curiosi di saperne di più.
Sono determinati a sollecitare una consapevolezza collettiva.
Per questo scioperano e riempiono le piazze, pensiamo noi.
Senza consapevolezza collettiva nulla cambia .
Antonio Gramsci parlava di interregno e scriveva nel 1930 “La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere”
Si , secondo noi ce la possiamo fare.
L’algoritmo ci salverà.
L’algoritmo che macina dati e modifica silenziosamente le nostre abitudini .
Ci ritroviamo così a fare la differenziata, leggere le etichette e acquistare bio a km0, a bere nelle borracce, a riscoprire l’uso-riuso, lo sfuso, il vintage e stili di vita più sani. E le multinazionali , sempre sul pezzo, si adeguano di conseguenza.
Scienza, tecnologia e intelligenza artificiale stanno modificando la visione di fare Impresa e scelte etiche si insinuano sempre più spesso nei Consigli di Amministrazione.
Ci vuole tempo, ogni processo lo richiede e la scienza questo lo sa.
Se i nostri ragazzi “suonano la sveglia” noi dobbiamo rispondere con innovazione , avere il coraggio di scelte etiche e trasparenti, sostenere e ampliare buone pratiche .
L’economia circolare ne è un esempio ma quanti anche tra gli stessi attivisti ne conoscono i pregi?
Le ere geologiche e le ere politiche. Ciclicamente tutto torna.
Quanto durerà questo interregno e se nel 2030 o 2050 potremo guardare l’orizzonte con fiducia e speranza ce lo dirà un semplice od elaborato algoritmo e la condivisa e insopprimibile voglia di vivere in un mondo migliore.
Ai ragazzi che oggi hanno riempito le piazze diciamo che avete tempo per diventare grandi e sicuramente migliorerete.
Viva i giovani contro il sistema! In ogni epoca e ad ogni latitudine
Stay tuned