ASCENSORE CERCASI: correva l’anno …

ASCENSORE CERCASI: correva l’anno …

Dopo il nostro articolo sul blog  del 10 maggio scorso , visto l’interessante  dibattito che ne è scaturito, torniamo ad approfondire il tema. Ci pare importante ripercorrere – soprattutto  per le nuove generazioni, ma non solo – la storia di una visione che resiste dalla metà del secolo scorso e che ciclicamente ritorna senza tuttavia generare un progetto definitivo ed esecutivo.

La complessità del sistema castello e Colle Cidneo e, in parte, l’atavico senso di estraneità del castello rispetto alla città può spiegare il fatto che non si sia ancora trovata un’appropriata destinazione d’uso e non si siano risolti i problemi legati all’accessibilità e il tema di un collegamento diretto tra città e castello per facilitarne la raggiungibilità.

La soluzione di tale problematica, evidenziata da più parti e a più riprese, si è di fatto orientata su due possibili soluzioni:

un servizio di trasporto pubblico tramite ‘navetta’ che tuttavia non ha mai ottenuto risultati soddisfacenti, o la realizzazione di un’infrastruttura meccanica, che a fronte di un importante investimento iniziale si mostra più flessibile e meno onerosa nella gestione.

Il primo collegamento infrastrutturale fu realizzato in occasione dell’Esposizione Universale del 1904 con una linea di tram tra Corso Zanardelli e Via Castello. L’infrastruttura venne smantellata nel 1949 unitamente all’intero sistema tramviario cittadino.

I progetti di seguito sinteticamente richiamati, sono studi di fattibilità che testimoniano differenti approcci.

  • Nel 1955 l’Amministrazione comunale sostenuta da un gruppo di imprenditori bresciani presenta l’idea di un ascensore verticale dalla capienza di 20 persone che dalla galleria sale fino alla Fossa della Bissa (Bastione San Faustino).

E’ interessante osservare che nel 1955 la comparazione tra “servizio con autobus in partenza da corso Zanardelli” e “ascensore che dalla galleria Tito Speri giunga all’ interno del monumentale complesso” ha evidenziato “che la seconda soluzione è molto più conveniente della prima per ragioni economiche, di comodità e di servizio” (Saliremo in castello 1955). All’inizio degli anni 2000 è stato istituito un servizio navetta, per brevi periodi, sempre rivelatosi sottoutilizzato.

  • Nel 1986, in una visione più articolata del rapporto città-colle, Alfredo Bigogno propone la realizzazione di tre parcheggi: a Fossa Bagni (dove poi viene realizzato nel 2002) a nord-ovest del Castello, nei giardini lungo via Turati a sud-est e uno antistante nella fossa a destra dell’entrata al Castello. Proprio per agevolare il raggiungimento di quest’ultimo, Bigogno riorganizza in maniera avveniristica il traffico ciclopedonale e veicolare in galleria, predisponendo un ascensore verticale che raggiunge il parcheggio in Castello .
  • Nel 1989 Vittorio Gregotti, su commissione del Comune di Brescia, predispone uno Studio per la sistemazione del Colle Cidneo in cui propone anche quattro nuovi collegamenti tra il castello e l’area esterna alle sue mura: dalla zona del teatro romano su via Musei , dal complesso di Santa Chiara , dalla Chiesa di San Giorgio e da Contrada Santa Chiara . I primi due sono percorsi pedonali con scale, i secondi sono infrastrutture che presuppongono la realizzazione di tunnel inclinati attrezzati con scale mobili. A questi si aggiunge la riapertura della Strada del Soccorso.

  • Nel 2001 Antonella Chiari e Nicola Medaina discutono la loro tesi di laurea proponendo un collegamento tra il polo museale di Santa Giulia e il Castello.

Lo studio ha come obiettivo l’individuazione di percorsi indirizzati a diversi fruitori: il turista, il cittadino ma anche la persona anziana, il disabile o il genitore con il passeggino.

Tra questi ne è stato individuato uno accessibile con l’intento di essere anche il percorso principale per una visita panoramica del Colle Cidneo e del castello attraverso un percorso articolato che presenta ascensori verticali, sistemi di rampe e passerelle poste sulle mura del castello .

  • Nel 2006 la Fondazione Credito Agrario Bresciano commissiona allo Studio Pellizzari di Verona uno studio di fattibilità per il collegamento tra l’area archeologica di Via Musei e il castello attraverso un percorso, a dire il vero abbastanza complesso, caratterizzato da una serie di ascensori verticali. Nel 2008 il progetto è stato rielaborato da un gruppo di progettisti bresciani (Arenghi, Bonetti, Cremonesi, Sagliocca, Turrini, Vezzoli) che hanno proposto il medesimo collegamento semplificandolo e potenziandolo.

  • Nel 2012 la società Brescia Mobilità, nell’ ambito dello studio di un parcheggio sotto il castello, prevede l’inserimento di un ascensore inclinato in un tunnel che dal parcheggio giunge al di fuori delle mura del castello .

  • Nel 2017 infine, Piero Cadeo predispone un progetto di fattibilità (oggi al vaglio dell’amministrazione comunale e della soprintendenza) per un ascensore inclinato, di cui una parte interrata, che dall’esistente parcheggio di Fossa Bagni raggiunge il castello all’ interno delle mura in corrispondenza della Torre di Mezzo “infilandosi” in corrispondenza del taglio delle mura quattrocentesche operato per la costruzione della galleria Tito Speri aperta nel 1951.

Tutti i progetti hanno in comune il tema della raggiungibilità, con l’idea di mettere in relazione il colle Cidneo con punti di interesse culturale o legati ad infrastrutture cittadine, in modo da favorire e “avvicinare” la città al Castello senza che tuttavia alcun progetto veda lo sbarco all’ interno delle mura Venete, ad eccezione del primo e dell’ultimo.

Molti di questi sarebbero oggi in larga parte irrealizzabili poiché caratterizzati dalla presenza di rampe di scale o scale mobili, dunque non accessibili o perché, prevedendo la partenza in galleria (con o senza annesso parcheggio), non risponderebbero a requisiti di sicurezza percepita.

È pur vero che alcuni di questi, come il progetto proposto da Chiari e Medaina, che evidenzia le possibili connessioni con la zona orientale del colle spesso isolata e “dimenticata”, possono suggerire utili indirizzi di metodo per il progetto delle connessioni.

Altri si caratterizzano per l’idea, senz’altro lungimirante, di collegare i diversi poli museali della città, ma poi azzardano collegamenti inopportuni, come nel caso del progetto della Fondazione CAB che avanza l’ipotesi di un punto di risalita a ridosso del teatro romano.

Scartato anche il progetto di Brescia Mobilità, che prevede l’improbabile realizzazione di un parcheggio sotto il colle, al momento l’opzione meno invasiva, anche sul piano della percezione, sembra essere quella proposta da Cadeo.

La proposta dell’arch. Cadeo di un ascensore inclinato di collegamento tra città e castello

Come riportato nella ricognizione di numerosi progetti di collegamento tra città e castello, l’ultimo in ordine cronologico è quello di Piero Cadeo presentato nel 2017.

In questa sede è importante ricordare che se tutti i precedenti rispondevano ad esigenze dettate dal momento o erano riconducibili ad ‘esercizi accademici’, quest’ultimo risponde anche all’art. 78 delle norme tecniche della variante del PGT (datato luglio 2015) nel quale si chiede al futuro progetto del castello di verificare non solo la “fattibilità”, ma anche la “necessità” di “alcune risalite meccanizzate”.

La stessa norma dice già molto su questa necessità, attribuendo a quelle “risalite” (di cui una da verificare a partire da Fossa Bagni) il triplice e importante scopo di “agevolare l’uso pedonale del parco”, “garantire una risalita più agevole verso la fortezza dai versanti più impervi” e “moltiplicare le possibilità di accesso al giardino e alla Fortezza”.

La proposta si basa sulla rivisitazione di un progetto del dicembre 2000 che il Comune di Brescia commissionò allo studio TransPlan (insieme all’arch. Dal Puppo) di Milano che ipotizzava un ascensore inclinato da Fossa Bagni (il parcheggio era allora ancora da venire).


Il progetto proposto è, in riferimento a quelli del passato, più praticabile, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista ambientale e paesaggistico e soprattutto dal punto di vista logistico: il parcheggio di Fossa Bagni è stato realizzato da anni (ed è largamente sottoutilizzato) e a duecento metri a ovest c’è la fermata di San Faustino del Metrobus (peraltro l’eventuale tram di cui si discute in questi mesi, passerebbe per Fossa Bagni).

Il progetto prevede un ascensore inclinato, con entrata sopra il parcheggio di Fossa Bagni, nella parte adiacente alla Galleria Tito Speri, là dove le mura venete si connettono con i muri della Galleria. In quel punto, un’apertura in breccia potrà consentire di accedere alla stazione di partenza con un primo tratto interrato, vista l’altimetria del terreno.

Sono state ipotizzate due alternative in ragione della pendenza che verrà adottata (prescritta):

un tratto interrato solo all’inizio (20 metri circa) per poi avere la possibilità dalla cabina in vetro di godere del panorama man mano ci si eleva;

un tratto interrato lungo circa 70 metri e dunque percettivamente meno ‘invasiva’.

L’ultimo tratto sarà comunque en plein air, su ‘piloni’ per superare il dislivello netto e verticale delle mura con l’arrivo all’estremità nord del Piazzale della Locomotiva (Fossa della Bissa), in prossimità della Torre di Mezzo, laddove le mura storiche terminano con un parapetto.

Le caratteristiche dell’impianto e dei lavori da realizzare possono essere riassunti nei seguenti dati:

  • parte interrata circa 20 metri (prima soluzione) o 70 metri (seconda soluzione);
  • lunghezza complessiva circa 125 metri;
  • dislivello pendenza circa 60% – 80%:
  • tempo di percorrenza circa 1 minuto e mezzo;
  • cabina parzialmente panoramica, con capienza per 16 passeggeri;
  • portata massima circa 450 passeggeri/ora (che possono raddoppiare se l’impianto fosse a doppia cabina);
  • costo dell’impianto circa 400.000 euro, per un costo complessivo che può arrivare fino a 2 milioni di euro a seconda della soluzione scelta;
  • costo di esercizio circa euro 200.000 euro/anno; ricavi 100.000 euro/anno (ipotesi da verificare);
  • tempi di realizzazione: 12 mesi dal bando di gara.

Continueremo a seguire il progetto con estremo interesse .


[Estratto da: A. Arenghi, M. Bonetti, Attacco al Castello: accessibilità alle strutture fortificate. Il caso del Colle Cidneo e il Castello di Brescia, in «ArcHistoR», N. 10, 2018]